Sin dall’inizio molte sono state le collaborazione attivate, sia con il pubblico, sia col privato, che hanno dato e che continuano a dare consistenza al Centro Sociale San Francesco Saverio.

Nel 1987-88 il Centro Sociale ha operato, in regime di “convenzione” con la Provincia di Palermo; un’èquipe itinerante (formata da un medico, due assistenti sociali, due donne del quartiere) che visitava le famiglie, rilevandone, caso per caso, i bisogni.

Nel corso del 1989 è stata svolta un’indagine sociale per elaborare una prima analisi “scientifica” e programmare alcuni interventi “integrati”.

Nel 1991, nell’ambito dell’Osservatorio permanente contro la dispersione scolastica (presso il Provveditorato degli Studi), si è realizzata un’indagine sociologica all’interno del progetto OCSE (finanziato dalla CEE).

Negli anni 1990-92 si è riattivato il cinema “Edison”, in piazza Colajanni, davanti alla villetta (prima inesistente) dedicata a Maria Concetta Mazzola: un locale, da anni abbandonato, che è stato adibito per rassegne cinematografiche, attività teatrali, convegni, feste, manifestazioni culturali varie, …

Dal 1990 al 1993, in collaborazione col COCIPA (Coordinamento Cittadino di Informazione e di Partecipazione) e con altre realtà del territorio, ha operato un “Comitato di lotta per la casa all’Albergheria“, finalizzato a coinvolgere la gente del quartiere in un movimento rivendicativo unitario (col sit-in, attendamenti in piazza, occupazione di decine di locali del Comune utilizzati per dare un tetto a famiglie in pericolo immediato).

In collaborazione con il CISS (l’organizzazione non-governativa “Cooperazione Internazionale Sud-Sud”) nel 1992 è stato finanziato un progetto a favore del “movimiento dos meninos-as de rua”, in Brasile, e uno scambio internazionale delle reciproche esperienze fra operatori “dì strada” provenienti da varie parti del mondo. In collaborazione con la facoltà di Magistero è stato realizzato un corso biennale per “educatori di strada’.

Iniziate e poi fermatesi nel tempo (per la difficoltà del lavoro, per la poca disponibilità numerica delle forze in campo, per la notevole energia richiesta, per la difficoltà ‘caratteriale’ dei soggetti in questione) le attività con gli zingari (in collaborazione con l’Opera Nomadi nazionale), con gli ex detenuti, coi detenuti in semilibertà, coi ragazzini già protagonisti di vicende di carattere penale affidati al centro in sostituzione della carcerazione (in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia). Alcune di queste attività, come anche la lotta per la casa e lo ‘spazio-donne’, sono state realizzate in passato grazie alla stretta collaborazione con il Distretto socio-sanitario.

Il centro sociale ha realizzato uno stretto legame col gruppo “Geremìe“, in Congo, che ha dato luogo a un gemellaggio fra l’Università di Palermo e quella di Bukavu, con scambi e collaborazioni; all’adozione di alcuni studenti congolesi che hanno studiato a Palermo grazie al sostegno economico di alcuni ordini professionali (dei medici, degli ingegneri, degli agronomi); a scambi fra l’Associazione degli industriali siciliani e congolesi per la creazione di una rete commerciale; alla realizzazione di piccoli progetti finanziati da alcuni Comuni siciliani, grazie alla cosiddetta “cooperazione decentrata“, fra cui una fabbrica di sapone gestita da donne. Tutto ciò è servito inoltre a far conoscere, con incontri appositamente organizzati, la situazione politica del Congo, insanguinata da una lunghissima guerra, dimenticata, come tante altre, dai media. In collaborazione con la ONG Intersos e l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati, è stato realizzato nel 1994 un progetto in Burundi e Ruanda per la ricompattazione dei nuclei familiari dispersi o smembrati durante la guerra, e per portare assistenza nei campi profughi in cui, per sfuggire alla carneficina, si sono ammassate decine di migliaia di profughi.

Diversi anni fa, grazie anche alla collaborazione con il movimento “Una città per l’uomo”, oggi sciolto, è sorta la Scuola di formazione etico-politica “Giovanna Falcone”, tuttora in piena attività in città, ma non soltanto.

In collaborazione con il “Centro di formazione politica “Pedro Arrupe”, il centro sociale ha contribuito alla creazione della “Università della strada”, con l’intento di formare operatori sociali consapevoli. Dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio, il centro sociale è entrato a far parte del cartello di associazioni e singoli cittadini “Palermo Anno Uno”, oggi sciolto.

In seguito è stato una delle componenti di “Libera”, un cartello nazionale di associazioni e singoli cittadini che si è intestato, fra le altre, anche la battaglia per l’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla mafia. È proprio dalla collaborazione con “Libera” che il recente Comitato di Lotta per la casa “12 luglio”, nato nel 2003 e tuttora attivo, è riuscito ad ottenere per la prima volta l’assegnazione a diversi nuclei familiari di alcuni edifìci confiscati alla mafia, fino ad allora assegnati soltanto ad associazioni riconosciute o alle forze dell’ordine o militari. Il comitato è riconosciuto dalle istituzioni come vero e proprio interlocutore politico, in grado dì condurre battaglie sulla enorme questione-casa a Palermo, anche col supporto dei centri sociali autogestiti, dei sindacati, di alcuni partiti, dì associazioni di volontariato.

Di recente il centro sociale ha fatto parte anche del “Forum sociale per la pace” che si è occupato di analizzare più a fondo le cause dei conflitti nel mondo, organizzare manifestazioni e occasioni di dibattito su questi temi, e si è occupato inoltre della questione degli immigrati clandestini detenuti in Sicilia nei cosiddetti “campi di accoglienza temporanea”.

Ha fatto parte anche dell’Osservatorio sulla dispersione scolastica, varato in passato dal Provveditorato agli Studi di Palermo.

Ha fatto parte, di recente, dell’equipe di studio sul fenomeno della pedofilia, assieme al GOIAM (un coordinamento inter-istìtuzionale), alla Procura ordinaria e dei minori e alle forze di polizia, e ha organizzato un convegno sull’argomento alla Facoltà di Giurisprudenza, nell’intento, pare riuscito, di creare una sinergia fra settori della società civile ed organismi preposti alla lotta contro gli abusi sui minori, spesso purtroppo in disaccordo sulle metodiche da adottare. Da qualche anno è in corso una collaborazione con l’AGEDO (Associazione dei Genitori di persone Omosessuali), che propone colloqui individuali, gruppi di auto-aiuto, informazione, allo scopo di combattere il pregiudizio riguardante le scelte sessuali-affettive.

Dal 1994, presso la sede del centro sociale, è stato attivato un laboratorio teatrale ad opera della cooperativa “Femmine nell’ombra” e del gruppo di Franco Scaldati che si propone di realizzare un teatro stabile dei quartieri, coinvolgendo nella sue attività anche persone dell’Albergheria, cosa che ha meritato a Scaldati un prestigioso riconoscimento nazionale quale il Premio UBU 1998.

Sempre dal 1994 è in esercizio il progetto “A…come Albergheria”. Esso prevede visite guidate (per singoli e gruppi) in giro per il quartiere, alla scoperta di monumenti di solito non fruibili e soprattutto di aspetti antropologici interessanti.

In collaborazione con l’Istituto comprensivo “A. Ugo – R. d’Aquino”, si sono varati dall’anno scolastico 2003 – 2004 dei corsi per il conseguimento della licenza media per adulti, con sede presso il Ritiro “S, Pietro”.

Altre collaborazioni si sono avute con l’Associazione Alcolisti anonimi, il Progetto Amazzone (per la prevenzione dei tumori del seno), l’Associazione SARA (per la prevenzione dei disturbi legati alla menopausa), Istituto di Statistica (che ha prodotto una recente ricerca sulla povertà nel quartiere Albergheria).